Sono sicuro che ognuno di noi ha nel cuore un itinerario di pesca preferito, quello in cui si ha voglia di ritornare, già dal momento in cui lo stai per salutare. Per me questo posto è il lago di Fiastra.

di Bernardini Fernando dal numero ????? di Pesca In


Negli anni ho sentito dare diversi appellativi al lago di Fiastra: "la perla delle Marche", "il Mincio marchigiano", "il cristallo"... e tanti altri. In effetti ogni volta che ci torno mi sembra sempre più bello, un piccolo specchio celeste, immerso tra le verdi montagne del parco dei Monti Sibillini. Oltre allo scenario panoramico, di rara bellezza, anche l'aspetto piscatorio non è da meno. Risalendo a un'etimologia particolare, forse scritta da un pescatore, Fiastra risale dalla parola Cavedano... Naturalmente scherzo, ma non sarebbe male questa assonanza. Bacino artificiale generato dallo sbarramento del torrente Fiastrone, il lago di Fiastra vede come pesca principale la tecnica all'inglese, esercitata con lenze che hanno come prerogativa la leggerezza. Anche la canna fissa e la lunga roubaisienne vedono un buon utilizzo, ma la tecnica d'oltre manica è sicuramente quella più utilizzata.

Molte aziende hanno prodotto nel tempo, attrezzature specifiche per questo lago. Ricordo una Colmic Fiastra, galleggianti Vincent Fiastra e i famosi GGianty Fiastra di Massimo Ardenti, le pasture Maver Fiastra, e via così tanti altri prodotti, studiati apposta per questo bellissimo lago.


La tecnica

Ogni qual volta mi trovo a scrivere di cavedani, il termine di cui mi avvalgo per definire l'essenza di questo tipo di pesca è sempre lo stesso: Leggerezza. Questo a Fiastra, però, può non bastare, più che utilizzare un semplice termine, direi che si tratta di rispettare un imperativo, quello di mantenersi "ultralight"!!!

Sono due le modalità di pesca all'inglese che uso per questo sito, la prima è una classica spallinata, formata da 20/25 pallini n.11 (per un totale di 0,55/0,75 gr. circa), distribuiti in circa 3,5 mt. di lenza, montati a stringere verso il galleggiante, come in una classica lenza da passata in bolognese o a roubaisienne, con la sola aggiunta di un piccolo bulk di 3 pallini del n. 6 per arrivare a taratura di un galleggiante che ha come portata 1 gr. in lenza. Oppure quella che io ho ormai denominato "l'estrema". Questa lenza ha la caratteristica di avere un peso vicino allo zero ed è letteralmente devastante nella pesca al cavedano. Il cavedano, pesce ormai riconosciuto da tutti come il più scaltro e furbo, ha la tendenza a mangiare molto rapidamente, con partenze fulminee, ma spesso quello che capita è di prendere la classica “camicia” ovvero il completo svuotamento o tritura del bigatto innescato. Quando questo accade, c'è sicuramente qualcosa di sbagliato. Di norma capita pescando il cavedano a mezz'acqua, condizione che può far venire il mal di testa al pescatore, per i continui lisci fatti. La cosa migliore è quella di pescare il cavedano sul fondo, cercando di costringerlo ad aspirare l'esca. Con la lenza in precedenza descritta, però, si ha il problema che il pesce, una volta aspirata l'esca, sente la trazione ed il peso dei pallini, e tende a rilasciarla subito, facendoci andare a vuoto. Con la lenza "estrema", questo non accade. Vediamo perché: monto per questa lenza galleggianti creati da Carlo Prosperini, che hanno la caratteristica di essere senza dischi in ottone ed avere una portata che varia dai 0,30 gr. ad 1 gr., quindi praticamente già tarati. Inserisco su 3,5 mt. di lenza attiva del diametro di 0,10 mm., due pallini del n. 11, uno ad un metro dalla micro girella che collega il finale, e l'altro a 1 mt. dal precedente. Completo la lenza con dei pallini nel bulk di taratura, fino ad arrivare a un assetto del galleggiante perfetto. Un finale dello 0,074 mm. di diametro del Fluorine da circa 40 cm., ed un amo Milo serie Koi del n. 25 o la serie 30 della ditta Tubertini, con uno o due bigattini, di solito pinkie, fanno da completamento alla lenza "estrema". Se questa lenza viene usata con un ottimo filo affondante, è fondamentale che affondi bene, e delle canne come le Normark Titan 2000 Match da 14", ...sei in paradiso o poco ci manca.

La lenza così costruita, scende verso il fondo in modo molto naturale, quindi entra in pesca nell'immediato, risultando estremamente adescante. A questa tecnica và abbinata una pasturazione di tipo a “striscio”. L'ho così definita per via della lunga scia di bigattini incollati che andremo a creare, lanciando l'incollato parallelamente all'acqua, e non verso l'alto come facciamo di solito per raggiungere il punto prestabilito. Vi ricordate quando da piccoli lanciavamo un sasso piatto sull'acqua? Il sasso rimbalzava, tre o quattro volte, dipendeva dalla nostra bravura e dal sasso. Il concetto è lo stesso. Fiondando un bigattino con breccia, non molto stretto, questo, ad ogni rimbalzo sull'acqua, tende a sfaldarsi, rilasciando una scia di bigattini incollati. Così, dopo aver pasturato, si lancia subito la lenza “estrema”, ripercorrendo la scia lasciata pochi secondi prima. A questo punto il cavedano può mangiare sia a mezz'acqua che sul fondo, ma in tutti e due i casi, non avvertirà il peso della lenza, ed ingoierà l'esca senza timori. Questo tipo di pesca, inventata dai pescatori locali, viene spesso eseguita anche senza il classico nodino di stop, tipico di una pesca all'inglese scorrevole, oppure con lo stesso inserito sul filo 2 o 3 mt. più alto di quanto servirebbe. Questo perché il galleggiante è talmente tarato, anche durante l'entrata in pesca della lenza, che segnalerà all'instante ogni approccio del nostro amico cavedano. In pratica il galleggiante farà da “perno o leva”, tra l'amo e la punta della canna, affondando ad ogni sollecitazione. Bisogna anche dire, però, che la pesca senza nodino di stop, non è permessa nell'ambito agonistico, questo perché la regola dice che: si può poggiare parte della piombatura purché questa non rappresenti la parte principale della stessa (regola infranta nel caso di appoggio del bulk). Per evitare questo, basta inserire come massimo fondo il totale d'acqua in cui si va a pesca, più la misura della lenza attiva, così da poggiare in terra i soli pallini del n. 11, che non rappresentano la parte principale della piombatura, data invece dal bulk di pallini sotto il segnalatore.

Un discorso a parte và fatto per l'utilizzo del pallettone, che proprio in questo lago ha visto la sua nascita, impiegato prima dai pescatori locali e sviluppatosi poi nel resto del centro Italia. Fiastra poi, è famoso anche per il forte vento, di norma proveniente dalla diga, che si incanala per tutta la valle, creando non pochi problemi ai pescatori. Questo può assai disturbare la corretta azione di pesca, dovendo obbligatoriamente utilizzare lenze più zavorrate, per contrastare anche il movimento d'acqua. Lenze con sfere da 4/6 gr., montate con lenze attive composte da pallini, in numero minore rispetto alle lenze precedenti, non possono mai mancare, per una pescata in questo splendido paradiso.



La ferrata

Con questo tipo di lenze, una ferrata brusca è da sconsigliare vivamente. Anzi, come diceva un mio amico, riconosciuto da tutti come un grande pescatore in questo lago, quando senti il classico sibilo della ferrata, vuol dire che non sanno pescare in questo posto. Ed ha perfettamente ragione. La ferrata và eseguita sicuramente sul filo, anzi, direi accompagnata, come se dovessimo sfilare il pesce dall'acqua, alzando dolcemente la canna. Questo perché, la lenza “estrema”, fà si che il pesce non senta ostacoli mentre si nutre, ingoiando l'esca. Quindi, nel momento in cui il galleggiante ci segnalerà l'abboccata, il pesce sarà già allamato e bisognerà solo recuperarlo, stando attenti a non essere troppo precipitosi, visto che un filo dello 0,074 mm. non resiste molto ai denti faringei del cavedano.



Recettività

I Monti Sibillini offrono molte possibilità recettive. Il contesto naturalistico è considerato tra i più belli del centro Italia, quindi un'ottima meta per passare dei giorni in completo relax, fuori dal caos, immerso in una natura ancora poco sfruttata. Nelle vicinanze è possibile affittare canoe e mountain bike, fare passeggiate a cavallo, rafting, trekking, ma soprattutto praticare la passione da noi preferita... la pesca!


Casa Mameli - via Paladue, 38 - Tel. 0737.52457

Le Casette - via Casette di Campobonomo, 1 - Tel. 0737 52571

Alti Pascoli - Fr. S. Ilario di Fiastra - Tel. 0737.52588

Osteria del Lago - via Circonvallazione del Lago - Tel. 0737.52669

Rifugio del Tribbio - via Monte Coglia - Tel. 0737.527027

Albergo Ristorante Sasso Bianco - Tel. 0737.52129

Ristorante il Gatto e la Volpe - Tel. 0737.52105

Ristorante F.lli Polverini - Tel. 0737.52512

Pizzeria Capitan Harlok - Tel. 0737.52123


di Bernardini Fernando