Tevere Roma. Solo per il fatto che scorre nella città più bella del mondo, varrebbe la pena farci una passata. Beh, forse dire passata è riduttivo. Il fiume scorre molto impetuoso, e con grossi rigiri d’acqua e gorghi. La pesca principale è con il tubo, ma non un tubo da pesce bianco, ma un attrezzo capace di resistere a forti sollecitazioni. Molte di queste sono causate dai tanti incagli presenti, ed anche dai grossi barbi e carpe che popolano questo Biondo Tevere. Ormai di biondo c’è rimasto poco, l’inquinamento è forse, questo non lo nego, ma ancora oggi devo trovare un fiume così ricco di pesce come il Tevere Capitolino. Una volta era un campo gara favoloso, anche a livello di Eccellenza Centro, ricordo tante battaglie a suon di nasse piene, addirittura si parla di svolgere i Mondiali proprio qui. Ma ora una burocrazia e soprattutto un buonismo verso una categoria in particolare di cittadini ha fatto in modo di escludere questo fiume dal cartellone delle competizioni di qualsiasi livello. Quale categoria? I ciclisti! Si proprio loro, i ciclisti, visto che sulla banchina del fiume è stata istituita una pista ciclabile permamente. Le prime gare fatte con la pista ciclabile attiva sono state un disastro, roubasienne rotte, gente che litigava, risse. Tutto questo perchè i ciclisti si sentivano in diritto di passare lì, anche se in quel momento c’era una manifestazione sportiva a loro non congeniale. Allora, i punti sono tre: il fiume è solo loro? Cosa hanno mai fatto loro per il Tevere? Siamo cittadini allo stesso livello,anzi di più, pagando regolarmente una licenza di pesca che contribuisce alla pulizia e all’espansione di fauna ittica del fiume, invece loro che pagano, neanche il bollo! Si poteva trovare un compromesso, i tratti in questione erano pochi rispetto alla lunghezza della pista, e fare qualche scalino per poter oltrepassare la gara non gli avrebbe fatto male. Parliamo di qualche domenica l’anno e solo di mattina. In più ci si mette l’estate romana, feste, concerti, teatro, birrerie, ecc... tutto fatto sulle banchine e il gioco è fatto, niente più pesca al Tevere. Per fortuna c’è ancora qualche tratto libero dove sfogare tutta la nostra passione. Torniamo alla pesca, i tratti in questione sono: Ponte Milvio, Ponte Mazzini, Ponte Duca D’aosta, Carceri, Scivolo. Le foto sono poche, ma eloquenti. Pesca pesante con tappi a goccia raccolta dai 12 ai 20gr. se il fondale permette una discreta esplorazione della passata, mentre il vela se invece gli incagli impongono di trattenere la lenza in una area ristretta. Come pasturazione, bigatti incollati e appesantiti da circa il 200% di quarzite, vista la forte corrente. Piombatura raccolta, con torpille o biglie, e finale del 0,12-0,14, ami del 14 ed elastico dell’1.4. In certi casi si consiglia anche di aumentare il diamentro dell’elastico. Bisogna fare molta attenzione al rinculo dell’elastico, magari sollecitato da un pesce o incaglio, che potrebbe far schizzare la biglia o torpilla, fuori dall’acqua con molta velocità e danneggiare qualche sezione della canna. Ultimamente (24/09/2007), un mio amico nonchè compagno di società, Gianni Todesco, ha realizzato queste foto, notando una grossa presenza di pesce di piccola taglia (carpotte sui 500 gr, cavedani sui 300gr. ecc....), questo è sintomo di rigenerazione del pesce, in barba a tutti quelli che davano il Tevere per morto. Sono secoli che è ricco di pesce e credo rimarrà così ancora per molto.


Nelle foto:

l’amico Gianni (foto 10)